Skip to content

The place to be - "Il posto dove stare"

FONDAZIONE FERRÈ

Rita Airaghi

“The place to be – Il posto dove stare”, Rita Airaghi presso Fondazione FERRÈ – 19 maggio 2020
“The place to be – Il posto dove stare”, Rita Airaghi presso Fondazione FERRÈ – 19 maggio 2020
“The place to be – Il posto dove stare”, Rita Airaghi presso Fondazione FERRÈ – 19 maggio 2020
“The place to be – Il posto dove stare”, Rita Airaghi presso Fondazione FERRÈ – 19 maggio 2020
“The place to be – Il posto dove stare”, Rita Airaghi presso Fondazione FERRÈ – 19 maggio 2020

“Sono Rita Airaghi, dal 2007 Direttore della Fondazione Gianfranco Ferré, che ho io stessa costituito; da allora sono impegnata nell’attuazione dei suoi obiettivi: formazione e conservazione dell’archivio, promozione e diffusione dei valori culturali, artistici ed estetici elaborati e testimoniati da Gianfranco Ferré durante la sua intera vita.

Numerose le attività e le competenze: organizzazione di eventi, mostre, pubblicazioni e partecipazioni a conferenze.  Particolare attenzione alle attività legate alla formazione, in collaborazione con Scuole e Università, non solo di fashion. Tutto ciò è reso possibile anche grazie alla creazione, che ho personalmente seguito, di una banca dati digitale, in cui è organizzato l’eterogeneo materiale che attesta l’opera di Gianfranco Ferré.

Il mondo museale e archivistico non cambierà più di tanto, ma mi auguro che tutte le Istituzioni culturali (Musei pubblici o privati, Fondazioni, etc) legate al mondo della Moda, siano in rete, connesse tra loro, con un sistema che garantisca i singoli soggetti titolari, ma che permetta una fruizione allargata a ricercatori, studiosi e studenti.

E Milano dovrebbe recuperare il suo ruolo di capitale morale e il suo posto nel mondo, tra i luoghi dove è stimolante vivere, interessanti da visitare.

Sarà più difficile vivere la socialità dopo la crisi Covid-19? Si riuscirà a fare cultura e intrattenimento con più qualità e meno densità di persone? Credo che la qualità vinca sempre sulla quantità. Certo si dovranno trovare altri modi di stare insieme, di fruire degli eventi, di gestire i rapporti interpersonali.

Milano, per tornare ad essere apripista, deve tenere sotto controllo molte persone, incoscienti, smemorate, presuntuose o semplicemente ignoranti: così si può sperare in un ritorno alla vita “normale”, anche se non sarà più quella di prima.

In questo senso le Istituzioni dovrebbero operare nell’interesse comune, con trasparenza, scelte precise e comunicate con intelligenza e chiarezza.”

TORNA AL MENÙ DEL PROGETTO