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The place to be - "Il posto dove stare"

TURNÈ

Francesco Cilento e Massimo Saccone

The place to be – “Il posto dove stare” Francesco Cilento e Massimo Saccone presso il TURNÈ – 15 maggio 2020
The place to be – “Il posto dove stare” Francesco Cilento e Massimo Saccone presso il TURNÈ – 15 maggio 2020
The place to be – “Il posto dove stare” Francesco Cilento e Massimo Saccone presso il TURNÈ – 15 maggio 2020
The place to be – “Il posto dove stare” Francesco Cilento e Massimo Saccone presso il TURNÈ – 15 maggio 2020
The place to be – “Il posto dove stare” Francesco Cilento e Massimo Saccone presso il TURNÈ – 15 maggio 2020
The place to be – “Il posto dove stare” Francesco Cilento e Massimo Saccone presso il TURNÈ – 15 maggio 2020

“Siamo Francesco Cilento e Massimo Saccone, soci fondatori di Turnè Bar. Abbiamo fondato Turnè Bar quasi 15 anni fa, nel settembre del 2005. Siamo un tipico cocktail bar milanese, con apertura esclusivamente serale, iniziamo servendo l’aperitivo e andiamo avanti fino a notte fonda. All’interno del nostro staff contiamo 5 lavoratori a contratto tra barman, addetti alla cucina e addetti alla sala, a cui si aggiungono altre 3 figure con contratto a chiamata.

Nel nostro locale avevamo all’incirca 65 coperti tra tavoli e banco, prima che scoppiasse la crisi legata al coronavirus. Abbiamo fatto le prove con le nuove normative anti Covid e purtroppo i coperti sono crollati a 24. Mediamente negli ultimi anni Turnè registrava una media di circa 7.000 clienti al mese nella stagione invernale, e di circa 4.500 clienti nella stagione estiva. Siamo senza dubbio un locale invernale.

Ci troviamo indiscutibilmente di fronte a una delle peggiori crisi che hanno investito il nostro settore degli ultimi decenni. A differenza di altre crisi economiche che ci hanno travolto, come quella legata ai titoli subprime del 2006, questa crisi per il nostro settore temo sarà decisamente peggiore perché colpisce il DNA del nostro lavoro, ossia l’assembramento. I locali serali vivono di assembramento, vivono di contatti, vivono di incontri e di nuove relazioni. Quando riapriremo, tutto questo non potrà più esistere per un po’ di tempo. La sfida più grossa che dovremo affrontare sarà allora quella di riuscire a ricreare all’interno dei nostri locali quella stessa atmosfera che si respirava prima, nonostante i nuovi divieti e la nuova normativa a cui dovremo sottostare per poter aprire. Potremo ancora sperare di andare a prender un aperitivo e conoscere nuove persone? Io penso di si, l’unica differenza rispetto a prima è che lo si farà indossando una mascherina! Può essere anche curioso.

Dovremo però abituarci piano piano a una nuova normalità che sarà fatta di piccoli nuovi gesti e nuovi riti. Dovremo comunque prenotare un tavolo per l’aperitivo o un tavolo per andare al ristorante, come siamo già abituati a fare, dovremo farci misurare le temperature prima di andarci a bere una birra, e dovremo indossare la mascherina e tenere un minimo di distanziamento sociale dalle persone che incontreremo nei locali, distanze che poi potranno annullarsi qualora queste persone diventassero dei congiunti!

Il lavoro a cui sono state chiamate le istituzioni è stato e sarà di una complessità incommensurabile, senza precedenti. A chi ci governa chiediamo due cose: chiarezza riguardo alle regole da rispettare, così da non dare adito a mille interpretazioni che sono sempre fonte di incomprensione. E in secondo luogo di assicurare tempi di esecuzione certi di quanto da loro stabilito attraverso le leggi e decreti attuativi.”

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